Fondazione TIM stanzia 1,5 milioni di euro per la ricerca scientifica, l’inclusione sociale e la salute

Fondazione TIM ha pubblicato bandi dedicati alla ricerca scientifica, l’inclusione sociale e la salute, che prevedono uno stanziamento complessivo di 1,5 milioni di euro.

I bandi, con un contributo massimo di 500.000 euro per progetto e una durata di 24 mesi, sono specificamente rivolti alle facoltà tecnico-scientifiche delle Università italiane, alle organizzazioni "no profit" e alle cliniche universitarie e centri di ricerca.

I tre ambiti principali di intervento sono:

  • Ricerca scientifica: Progetti volti a contrastare l'abbandono universitario, con focus su piattaforme digitali di tutoring adattivo basate su intelligenza artificiale.
  • Inclusione sociale: Sostegno a case di accoglienza per donne vittime di violenza, con percorsi di supporto psicologico e reinserimento lavorativo.
  • Salute: Finanziamento di progetti in biologia molecolare e biotecnologie applicate alla medicina di precisione, per diagnosi e cure personalizzate.


Obiettivi del Bando RICERCA 2025
Fondazione TIM, da sempre impegnata nella promozione della conoscenza e dell’innovazione, vuole promuovere lo sviluppo di strumenti di apprendimento, quali i sistemi digitali di tutoring.  L’obiettivo è duplice: da un lato, migliorare le performance accademiche attraverso soluzioni personalizzate e digitalmente avanzate; dall’altro, ridurre il tasso di abbandono universitario, con un focus particolare sugli studenti più vulnerabili. 

Obiettivi del Bando INCLUSIONE 2025

L’obiettivo di questo bando di Fondazione TIM è rafforzare la rete delle “case di seconda accoglienza” e delle loro attività.
Il contributo della Fondazione sarà finalizzato a potenziare i servizi offerti da queste realtà, migliorando l’accoglienza, la qualità abitativa, l’assistenza psicologica e legale, e sostenendo azioni per il reinserimento socio-lavorativo. I piani di intervento possono riguardare, ad esempio, soluzioni che:

  • supportino l’ampliamento e il miglioramento delle strutture abitative;
  • favoriscano l’autonomia delle donne vittime di violenza per il graduale consolidamento della posizione lavorativa ed il loro rafforzamento nell’eventuale ruolo genitoriale;
  • garantiscano servizi di ascolto e accoglienza, assistenza psicologica e legale.
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